Dal tetto di Tokyo

Flavia Lucidi, Shibuya Sky, Tokyo, Giappone

Tokyo è una città immensa. La capitale del Giappone, con oltre 13 milioni di abitanti, si pone all’undicesimo posto tra le città più popolose al mondo. E’ da ricordare che si tratta di una metropoli, ovvero un agglomerato di aree urbane unificate nell’immediato dopoguerra.

Tra i 23 quartieri di Tokyo vi è Shibuya, una delle aree più dinamiche della città, con i suoi grattacieli illuminati da megaschermi, alberghi e ristoranti di ogni genere e una frenetica attività anche di shopping praticamente senza soste.

Sicuramente una attrazione a Shibuya è l’Osservatorio Shibuya Sky, posto a 208 metri d’altezza sulla terrazza dello Shibuya Scramble Square, un edificio inaugurato nel 2019. Si tratta di una vista spettacolare sulla città, posta al 46° piano, che soprattutto al tramonto lascia letteralmente senza fiato.

In questa suggestiva verticale ritroviamo Flavia Lucidi, (@flavialu81), romana, fotografa, atleta, maratoneta che non disdegna guardare il mondo a testa in giù.

Grazie Falvia per aver condiviso le tue foto.

Sul Colle dell’Agnello

Francesca Gaiero, Colle dell’Agnello, Confine Italia-Francia, Piemonte

Il colle dell’Agnello è un valico alpino, posto a 2748 metri (per i francesi 2744), che segna il confine tra l’Italia e la Francia, situato in Piemonte nelle provincia di Cuneo. Si tratta del secondo valico automobilistico alpino più alto d’Italia ed il terzo d’Europa. Durante l’inverno il valico è chiuso.

La strada è stata inaugurata nel 1973 ampliando una strada militare e prima ancora una mulattiera già esistente nel XVII secolo. Percorsa quindi da secoli da pastori, viandanti, soldati, contrabbandieri, montanari, sportivi e infine turisti in comode autovetture. La strada è stata più volte utilizzata per le grandi corse a tappe ciclistici, il Giro d’Italia e il Tour de France. Inoltre è mete di numerosi escursionisti poichè dal valico partono numerosi itinerari escursionisti ed alpinistici che raggiungono vette sopra i 3000 metri.

In questa elegante verticale sul cippo di confine tra Italia e Francia, a quota 2.744 metri, ritroviamo Francesca Gaiero (@buccedibanana), viaggiatrice, atleta di crossfit e amante del mondo a testa ingiù.

Nel deserto d’Europa

Luca Della Valle, Dune di Pilat, Francia

Vi è un posto in Europa che assomiglia sorprendentemente ad un deserto. Siamo nella zona oceanica francese, a non molti chilometri da Bordeaux (circa 60) in prossimità del bacino di Arcachon. La dune di Pilat (o di Pyla), è la duna più alta d’Europa, si estende per quasi 3 chilometri per una larghezza di 500 metri. La sua altezza, che varia con il tempo, oscilla tra i 100 e i 120 metri. Uno spettacolo straordinario: la sensazione è appunto quella di essere in un deserto.

Si tratta di una formazione recente, solo un secolo fa la duna non superava i 35 metri d’altezza. Vista dall’alto la duna si è formata in un’area molto ricca di vegetazione creando un paesaggio davvero suggestivo. Proprio difronte alla duna, nell’Oceano, vi è un banco di sabbia, chiamato Banc d’Arguin (omonimo del più famoso sito naturale della Mauritania), oggi area protetta, dove si fermano e nidificano molti uccelli migratori (è possibile visitare il banco partendo in barca da Cap Ferret).

Il banco ha anche la funzione di far infrangere le onde dell’Oceano, permettendo così alla spiaggia sotto le dune di godere di una posizione protetta. Indubbiamente la discesa verso l’Oceano dalla cima della duna è una esperienza da fare (certo poi la salita, soprattutto sotto il sole, risulta un pò più difficile!) per poi immergersi nelle fredde acque dell’Oceano.

L’accesso alle dune è semplice, si giunge sulla cima con delle scalinate (circa 150 gradini). Dal punto di accesso è possibile muoversi per le dune camminando sulla sabbia (stranamente non bollente!) per oltre due chilometri o appunto scendere sull’Oceano).

Ecco un sito dove trovare alcune informazioni e delle bellissime foto.

In questa verticale mio figlio Luca Della Valle (@lukdellavalle), neo maggiorenne, ex ginnasta, ex tracciatore e attuale giocatore di pallavolo!

Al castello di Alicante

Eleonora91, Castello di Santa Barbara, Alicante, Spagna

Alicante è una città della Spagna di quasi 350 mila abitanti. Situata ai piedi di una collina, affaccia sul Mar Mediterraneo, sulla Costa Blanca. Per la sua posizione strategica il suo controllo è stato molto conteso nel corso della storia, infatti le prime fortificazioni risalgono al 240 avanti Cristo. E’ oggi una importante meta turistica, oltre che città universitaria e culturale. Tra le le sue attrazioni vi è sicuramente il Castillo de Santa Barbara, situato sulla vetta del Monte Benacantil (170 metri). Il castello fu costruito nel IX secolo durante il periodo della dominazione araba sulla penisola iberica. Il suo attuale nome si deve al fatto che il 4 dicembre 1248 il castello fu conquistato da Alfonso di Castiglia, proprio nel giorno in cui si festeggia Santa Barbara.

Conquistato infine dagli Aragona nel 1296, fu poi nelle mani dei francesi e infine degli inglesi nel 1800. Durante la Guerra Civile Spagnola fu usata come campo di prigionia per i repubblicani. Il castello infine perse di importanza e fu abbandonato, fino al 1963 quando fu riaperto al pubblico quando fu anche costruito un ascensore per giungere in cima alla montagna. Durante i lavori di restauro al suo interno sono stati trovati reperti dell’età del Bronzo.

Il questa verticale troviamo Eleonora91 (#eleonoraaa91) ) un sicuro passato da ginnasta e un presente di viaggiatrice. Soprattutto una donna che ama letteralmente il mondo a testa in giù. Ringrazio infatti Eleonora per il fatto di condividere con noi le sue verticali, ovunque nel mondo. Lentamente le pubblicheremo tutte! Grazie Eleonora!

Sul rio Palar con Monica

Monica Martinuzzi, Rio Palar, Friuli Venezia Giulia

Il caldo estivo e l’affollamento sempre più intenso dei litorali marini, spinge molti a cercare, tra i fiumi e i torrenti montani, dove l’acqua è più pura (e anche più fredda), il luogo ideale per un bagno. E’ nata così una intensa ricerca di luoghi dove rinfrescarsi. Inutile dire che l’intero arco alpino (e prealpino) italiano offre una varietà di scelte molto ampia.

Qui siamo in Friuli Venezia Giulia, nelle Prealpi Carniche, non molto distante da Udine e nelle vicinanze del Lago di Cavazzo o dei Tre Comuni..

Il Rio Palar si raggiunge facilmente a piedi dall’abitato di Alesso, incamminandosi nel bosco. A questo punto la scelta è ampia. Dalle pozze che si raggiungono facilmente a quelle che richiedono qualche sforzo in più. Il Rio ha anche 3 cascate, la più alta raggiunge i 10 metri di altezza. L’acqua del torrente, inutile dirlo, è cristallina e smeraldina.

La Valle del Lago non è solo acqua e boschi, è molto di più. Un ecosistema che può essere scoperto facendone un’esperienza unica e ecologica (ecco il sito dell’Ecomuseo dalle Val del Lago). Inoltre è possibile percorrere un sentiero ad anello (ecco il sito).

In questa bella verticale, molto ben tenuta, sul greto del torrente troviamo Monica Martinuzzi (#martinuzzi_monica) atleta di crossfit di livello internazionale che vive dell’area di Treviso e amante del mondo a testa in giù, che ringrazio per aver condiviso con noi alcune sue verticali.

Grazie Monica!

Nell’isola di Barra con Lauren

Lauren Purkiss, Isola di Barra, Ebridi Esterne, Scozia

L’isola di Barra è situata nella parte estrema meridionale dell’arcipelago delle Ebridi Esterne (Outer Hebrides). Si tratta di un’isola, collegata alla vicina Vatersay (abitata da 70 persone) da una diga, che complessivamente raggiunge 58 chilometri quadrati di superficie ed è abitata da circa 1200 persone. Un luogo che sopravvive grazie al turismo.

Si tratta di un luogo magico, di una bellezza primitiva capace di sorprendere i visitatori. Qualcuno ha già coniato il termine “Barradise” per descrivere appunto questo piccolo paradiso. Si visita a piedi (il punto più alto supera di poco i 350 metri). Certo un luogo non semplicissimo (ma non impossibile!) da raggiungere: con un’ora di volo da Glasgow, sperando che le condizioni meteo (pioggia e vento, assieme a sole e arcobaleni, sono una costante da queste parte) siano buone o con 5 ore di traghetto confidando nel mare non troppo agitato (il canale Minch raramente è una tavola!).

Lauren, descrivendo quest’isola, la racconta come un luogo ove nel corso della giornata si accavallano tutte le condizioni del meteo !

E’ un’isola che ha una meravigliosa unicità. Possiede infatti l’unico aeroporto al mondo ad usare una spiaggia (chiamata An Traigh Mhor, ovvero la spiaggia grande) come pista (pista di quasi 900 metri). Ma, la cosa ancor più singolare, è che le piste (sono tre) sono utilizzabili solo durante la bassa marea! Un aeroporto costruito nel 1936 che nel 2022 ha visto arrivare oltre 13 mila passeggeri.

In questa paesaggistica verticale sulla sabbia troviamo Lauren Purkiss, giovane scozzese che vive in Italia, esperta di politiche internazionali e diritti umani, triatleta e amante dei viaggi e della buona cucina. Ringrazio Lauren per aver condiviso le sue verticali e per l’amicizia poichè da qualche mese condividiamo il nostro ufficio!

Grazie Lauren!

La roccia dell’elefante

Riccardo Calia, Elephant Rock, Al Ula, Arabia Saudita

The Elephant Rock è una formazione rocciosa naturale, la cui forma ovviamente ricorda quella di un elefante. Si tratta di una roccia arenaria, in arabo chiamata Jabal Al-Fil, alta 52 metri, nel mezzo di un deserto, poco distante (circa 11 chilometri) dall’abitato di Al Ula (piccola cittadina di 6 mil abitanti nella regione di Medina). Un geoformazione creatasi in milioni di anni a causa dell’erosione del vento e dell’acqua e per scherzi (o disegni) della natura ha assunto una forme molto particolare.

Ecco un sito con tutte le informazioni necessarie e delle spettacolari foto.

La regione offre oltre a questi spettacoli naturali di grande impatto emotivo, anche un percorso storico importante e in grande sviluppo. Infatti nell’area si trovano le tombe del Nabatei, civiltà di oltre 2000 anni fa, conosciuta soprattutto per avere edificato Petra (in Giordania). Un popolo di commercianti non poteva però non aver lasciato tracce lungo tutto il suo percorso e le tombe Mada’in Salih-Hegra, proprio nell’area di Al Ula, ne sono una importante testimonianza. Gli scavi sono ancora in corso nel deserto e portano alla luce sempre nuove evidenze di questo popolo.

Riccardo Calia (@rikycalia), milanese, è un atleta, un acrobata ed un aerial performer che naturalmente ama viaggiare e il mondo a testa in giù.

Ringrazio Riccardo per aver condiviso questa immagine da un posto spettacolare.

Sulla lingua del troll

Bettie, Trolltunga, Norvegia

La natura è in grado di disegnare paesaggi straordinari e inconsueti. In milioni di anni le rocce si plasmano, grazie all’azione dei venti, dell’acqua e degli assestamenti del Pianeta, offrendo spettacoli mozzafiato.

Tra i luoghi di grande bellezza vi è certamente la roccia di Trolltunga – letteralmente la lingue del troll – (qui non visibile nella sua particolarità), un sottile sperone di roccia, situata a 1180 metri sul margine dell’altopiano di Hardangervidda, non lontano dalla cittadina di Odda, in Norvegia. La roccia è sospesa, con 700 metri di strapiombo, sul lago Ringedalsvatnet.

Il Lago – non di grandissime dimensioni (7 chilometri quadrati) si trova a quasi a livello del mare (18 metri)

Raggiungere la cima non è un’impresa semplice. L’ascesa (ecco tutte le info) è lunga: 27 chilometri andata e ritorno, partendo da Sjeggedal, con un dislivello di 800 metri (tempo 10-12 ore) oppure 20 chilometri, andata e ritorno, partendo da Magelitopp, con un dislivello di 320 metri (tempo 7-10 ore). Certo la ricompensa della vista appaga delle fatiche.

In questa spettacolare verticale troviamo Bettie (@bettie87) assieme al suo cane Troya, olandese, poledencer ed aerials, viaggiatrice, praticante lo yoga ma, soprattutto amante del mondo a testa in giù.

Thanks a lot Bettie to allwed me to use your very nice handstand pictures.

In Ladakh

Yix Quek, Lake Pangong, Ladakh, India

Il Ladakh è un territorio dell’Unione Indiana (nato nel 2019 dalla divisione dello Stato di Jammu e Kashmir) situato nell’estremo nord dell’India, tra le catene montuose del Karakorum e dell’Himalaya. Territorio conteso tra India e Cina subito dopo l’indipendenza indiana è stato fino al 1974 chiuso al turismo. I suoi 250 mila abitanti sono per la metà buddisti tibetani e per il resto musulmani sciiti e in piccola minoranza indù. A causa delle condizioni climatiche la capitale Leh (3486 metri e 30 mila abitanti) viene, in inverno, spostata a Kargil (3199 metri e 10 mila abitanti).

Si tratta di una terra di confine, remota, non certamente adatta a tutti (per il clima, per l’altitudine, per l’isolamento, la carenza di strutture, la difficoltà a muoversi, la militarizzazione dell’area)…ma, se come dicono i viaggiatori, questa terra ti sceglie, allora la Valle di Nubra e il Lago Pangong, sono dei paradisi in terra!

Il Pangong Tso o lago Pangong è situato a 4250 metri di altitudine e con i sui 700 chilometri quadrati è il lago più esteso dell’Himalaya, al confine tra India e Tibet di cui appunto ne segna la frontiera. Profondo fino a 100 metri. Nonostante la sua acqua sia salata durante l’inverso ghiaccia completamente. E’ una perla incastonata tra le cime (dista sei ore di viaggio da Leh) che parla all’anima.

In questa verticale sulle sponde del lago troviamo Yix Quek (@yiggs.ig) atleta e artista di Singapore, che ha nel suo DNA le verticali….. intorno al mondo!

Thanks a lot Yix to allowed me to use your handstand pictures and thank you for your words towards the Handstands Around the World Project and website. They are absolutely in line with your passion for “the word upside down!”

Sul Mar Morto

Sagee Tessler, Mar Morto, Israele

Il Mar Morto – situato al confine tra Israele, Cisgiordania e Giordania – è un luogo dalle caratteristiche uniche e straordinarie. Si tratta del bacino idrografico (è un lago, non un mare) più basso (non profondo!) del mondo. Esso infatti è collocato in una depressione (-430 metri sul livello del mare), che si è creata nei millenni a causa della continua evaporazione dell’acqua, non compensata dagli immissari (che non riescono a compensare le evaporazioni).

Ora il lago, circa 650 chilometri quadrati, ha la sua massima profondità -306 metri (che equivale a dire che la depressione arriva ad oltre 700 metri sotto il livello del mare) con uno sviluppo costiero di 135 chilometri. Nel lungo periodo è un lago destinato a scomparire anche a causa dell’aumento dei prelievi di acqua dolce del fiume Giordano.

E’ anche il lago più salato al mondo, al punto tale che, ad eccezioni di alcuni batteri, non vi sono forme di vita al suo interno (da questo il suo macabro nome). La sua salinità supera di oltre il 20% quella degli Oceani e via via che si scende in profondità aumenta (fino a 10 volte quella degli Oceani). Il lago è una fonte importante di cloruro di potassio, oltre che di bromo e magnesio. Inoltre, le sue acque hanno, per le loro caratteristiche, effetti curativi sulle malattie della pelle e sulle infezioni respiratorie.

Ma, la cosa che lo rende una grande attrazione turistica, oltre alla bellezza del paesaggio, è che non serve saper nuotare per stare a galla! Infatti l’elevata salinità (densità) aumenta la galleggiabilità, vi è quindi una sorta di galleggiabilità forzata. Di contro attenzione agli occhi!

In questa magnifica verticale, per linea e per paesaggio, troviamo Sagee Tessler (@sageetessler), atleta, personal trainer ed hand balencer israeliano, che ringrazio per avermi consentito di usare le sue foto.

Thanks a lot Sagee to allowed me to use your very suggestive (and perfect done!) handstand pictures. So i had the pleasure of writing about this wonderful and curious corner of our Planet!